Jeffrey Tucker si è buttato a capofitto su una nuova battaglia: la Bitcoin revolution. E quando Jeffrey appoggia una battaglia state certi che è una battaglia sacrosanta.
No politician invented it. No central bank controls it. It has absolutely no political or bureaucratic vacuum. No social consensus came up with the idea. Its success or failure depends entirely on the market. It’s not even owned or controlled by a single corporation. Its value is not tied to any existing currency, but rather it seeks to be its own unit of account .
The bitcoin is an entrepreneurial invention, somewhat like the stream engine, the railroad, steel, or email. It’s a pure software, based on what is called cryptography, and absolutely brilliant it in its design. (Da qui).
Come ci fa eloquentemente capire Jeffrey Bitcoin distrugge alla base 100 anni di economia classica. Una moneta che è stata creata da un imprenditore anonimo ed è stata scelta dalla gente, non imposta da una istituzione statale. Significa che la moneta è un bene che può essere scambiato esattamente come qualsiasi altro oggetto comune. Non ha bisogno di stampatori centrali, di decisioni prese nel chiuso di una sessione ministeriale, di piani quinquennali, di strategie di inflazione. Semplicemente Bitcoin è la quintessenza del pensiero libertario: un sistema emergente, decentralizzato e ovviamente libero. La ricetta perfetta per la distruzione dello stato dalle sue fondamenta. Chi controlla il denaro controlla l’economia e in deifnitiva le nostre vite. Bitcoin è nel nostro controllo ed è un sistema emergente come internet. Puff, lo stato scompare.
Ed è proprio per questo motivo che trovo estremamente deludente la reazione fredda che il mondo libertario ha dato ai Bitcoin. A parte Jeffrey e pochi altri come Reason.com, e compreso questo sito, una parte del mondo libertario guarda con un po’ di diffidenza al bitcoin. Perfino al Mises Institute dove recentemente troviamo due articoli, uno a firma di Gertchev e l’altro a firma di Korda molto scettici sui Bitcoin. O basta leggere i particolarmente aggressivi pezzi su Lew Rockwell per rendersi conto che in buona parte della comunità i Bitcoin non sono ben accetti. Forse il problema risiede nel mito del Gold standard tipico dell’ambiente libertario. O forse c’è ancora bisogno di tempo per capire le implicazioni di questa rivoluzione. Eppure basterebbe leggere le parole di Krugman contro i Bitcoin per capire quanto pericolosa sia questa valuta per l’establishment e per lo stato.
What we want from a monetary system isn’t to make people holding money rich; we want it to facilitate transactions and make the economy as a whole rich. And that’s not at all what is happening in Bitcoin. […] So to the extent that the experiment tells us anything about monetary regimes, it reinforces the case against anything like a new gold standard – because it shows just how vulnerable such a standard would be to money-hoarding, deflation, and depression.
E più recentemente in un articolo dal titolo eloquente “Adam Smith hates Bitcoin”:
And now here we are in a world of high information technology — and people think it’s smart, nay cutting-edge, to create a sort of virtual currency whose creation requires wasting real resources in a way Adam Smith considered foolish and outmoded in 1776.
Se Krugman (e Smith) odia i Bitcoin, i Bitcoin sono il nostro nuovo Gold Standard! Se un uomo incapace di capire la fallacia della finestra rotta di Bastiat è contro i Bitcoin abbiamo ragione di credere che i Bitcoin siano la strada giusta per colpire lo Stato.
Nel nostro piccolo cercheremo nei prossimi mesi di dare più risalto al mondo dei Bitcoin e cercheremo di far cambiare idea a molti. Per esempio se possiamo dare un consiglio spassionato agli amici di Contante Libero, i quali hanno fatto un’ottima iniziativa purtroppo finita in una sorta di vicolo cieco per il momento: perché non ravvivare l’iniziativa spostando l’attenzione dal contante libero al Bitcoin libero. Il contante libero è una battaglia persa in partenza perché è in mano ai Krugman e alle Gabanelli di turno. Bitcoin bypasserebbe il problema del tutto. Tra l’altro in futuro potremmo vedere uno scenario totalmente capovolto in cui lo Stato per combattere l’uso di Bitcoin tornerà di nuovo a promuovere il “contante libero” o perfino il Gold Standard.